MUSEO dell’INDUSTRIA AERONAUTICA LEONARDO

Dal legno e tela alla fibra di carbonio, ed oltre.
Sull’applicazione ‘Maps’ del vostro telefonino digitate ‘Stabilimento Leonardo Corso Francia’, vedrete un’area compresa fra il suddetto corso, a sud, il corso Marche a est e l’adiacente piccolo aeroporto, sul lato nord, conosciuto come Torino-Aeritalia: vi troverete virtualmente nel fulcro dei luoghi dove ebbe inizio la storia dell’aviazione in Italia, area tutt’ora in attività, anche se solo in parte ma di questo avremo modo di parlarne più oltre.

Pochi chilometri a sud, sempre nella periferia di Torino conosciuta come Mirafiori, il 13 gennaio 1909  avvenne il primo volo di un aereo di costruzione interamente italiana, progettato e costruito dall’ingegnere Aristide Faccioli e pilotato da suo figlio. In quello stesso anno proseguirono i voli su quello che oggi è l’aeroporto del 34° Distaccamento Permanente Toro dell’Aviazione dell’Esercito, ubicato a Venaria Reale, anch’esso a brevissima distanza da Corso Francia.

A Torino seguì un fermento di attività aeronautiche, attività imprenditoriali tese ad esplorare il mondo del volo, che ben presto assunsero dimensioni industriali, tanto che già nel 1914 la FIAT fondò la SIA Società Italiana Aviazione ed iniziò a produrre velivoli su vasta scala, e nel 1926 acquisì gli stabilimenti aeronautici Ansaldo di Corso Francia.

Ed eccoci tornati in questa sede storica che nel corso dei decenni successivi, dopo la seconda guerra mondiale, ha visto cambiare nome più volte, divenendo Aeritalia, quindi Alenia ed attualmente Leonardo. Ma se i nomi sono cambiati il filo conduttore è sempre lo stesso: la produzione di velivoli militari da combattimento e da trasporto.

Dimensioni, tecnologie e prestazioni delle nuove generazioni di velivoli hanno fatto sì che la storica sede non fosse più del tutto idonea per la loro produzione e collaudo, attività che hanno trovato collocazione presso l’aeroporto di Torino Caselle, negli stabilimenti a nord per quanto riguarda la produzione, in quelli di Caselle sud per i collaudi, i test di volo e la consegna ai clienti. 

Il velivolo storico SVA-9

Da cosa nasce cosa: il percorso di crescita.
Ed è in quest’ultima location che ci siamo recati a visitare una bomboniera a tema aeronautico, per usare un sostantivo che ricorda un’altra famosa icona piemontese, l’attore Erminio Macario ed il suo teatro.
Stiamo parlando del Museo dell’Industria Aeronautica Leonardo, un contenitore prezioso che non è solo un museo ma bensì una entità viva, pulsante, costituita sì da reperti aeronautici ma anche dell’attività quotidiana di persone che dedicano il loro tempo ed il loro sapere affinchè sia possibile rendere fruibile ed accattivante questo spazio espositivo: andiamo a conoscerne la storia, i contenuti e le prospettive future.

L’idea di creare questo spazio nacque da una considerazione, direi il sentito rincrescimento da parte di coloro non sono solo dipendenti dell’azienda ma anche appassionati del proprio lavoro, che può sembrare ovvia ma non è scontata: il senso di dispiacere nel vedere due aeroplani, il prototipo DA3 dell’Eurofighter ed il prototipo della versione SICRAL dell’AMX, abbandonati in un angolo del campo di Caselle sud, giacenti dopo aver terminato il loro compito per i test di volo ed ovviamente soggetti al deterioramento dovuto alle intemperie.
Entrambe le macchine costituiscono delle tappe fondamentali della storia Aziendale: l’AMX è stato l’ultimo aereo di concezione nazionale (seppure in collaborazione con Embraer), cosa non più ripetibile in quanto già oggi, e tanto più in futuro, non è più possibile sviluppare aerei da combattimento a livello di singola nazione; l’Eurofighter è un’altra eccellenza, frutto del più vasto programma di collaborazione europeo, attivo ancora oggi, con tutto il suo bagaglio di tecnologie industriali, progettuali, gestionali.

IL FIAT G-91 esposto nel museo e particolare del cockpit; assistiti dal personale è possibile sedersi al posto di pilotaggio

La volontà di dare riparo ai due velivoli si concretizzò nel 2013 andando ad utilizzare un hangar che in passato era destinato al ricovero dei velivoli F-104, ed in seguito adibito parzialmente a magazzino. Contestualmente venne interpellato il GAVS di Torino, Gruppo Amici Velivoli Storici specializzato nel restauro di aeromobili, con il quale si sviluppò il progetto di recupero delle due macchine, lavoro portato a termine con perizia ed eccellente risultato finale.

L’idea di preservare i due velivoli riscosse consensi ed interesse all’interno dell’azienda, tanto che si attuò un progetto di comunicazione rivolto ai dipendenti, e per loro tramite esteso ai loro famigliari ed amici, volto ad offrire l’opportunità di accedere all’hangar una volta al mese, con i limiti di fruizione derivanti dal fatto di trovarsi all’interno di un’area produttiva, dove si testano e consegnano aerei militari.

Il FIAT G-91, una icona della storia dell’aviazione e dell’industria italiana

Quando l’idea è buona.
L’iniziativa riscosse un successo enorme, ben oltre ogni aspettativa, quindi si decise di andare al di là della semplice preservazione dei due velivoli, tanto più avendo a disposizione un pezzo di assoluto pregio, conservato dentro un container fatto su misura ed esposto saltuariamente in occasione di grandi eventi aziendali od in siti esterni: si tratta di uno SVA9 originale, velivolo in legno e tela del 1918, perfettamente restaurato con ancora il motore funzionante, al quale venne assegnato un posto centrale nella esposizione.
La new entry rinnovò il successo dell’iniziativa, tanto da pensare di aprire le porte all’esterno. I tempi erano maturi per fare il salto di qualità, da esposizione a museo.

A sinistra il Tornado ed un paio di seggiolini eiettabili, nonchè un battellino di salvataggio a mare; a destra in primo piano lo SKY-X con sullo sfondo il Tornado

Museo dell’Industria Aeronautica Leonardo
In accordo con il Politecnico di Torino è stato recuperato il FIAT G91 giacente presso di loro, conservato smontato in un capannone, e grazie all’opera irrinunciabile del GAVS è stato portato alle condizioni originali, un pre-serie, con colorazioni e stemmi così come si usava all’epoca. Un’altra pietra miliare della storia aeronautica torinese trova così posto nella collezione ed il visitatore può anche accedere al posto di pilotaggio e provare la sensazione di sentirsi tutt’uno con una macchina che conserva il fascino e, lasciatemi dire, anche il profumo di altri tempi; il G91 è di particolare importanza in quanto fu il primo progetto interamente italiano di un aereo a getto costruito in serie dopo la seconda guerra mondiale, simbolo della ripresa dell’industria italiana.

Avendo già un F-104 collocato all’esterno dell’area espositiva, e non potendo l’hangar accogliere macchine di dimensioni maggiori quali il G222, non rimaneva che mettere mano ad uno dei due Panavia Tornado rimasti sul campo e non più utilizzati, nello specifico si tratta dell’esemplare MM.7048 già servito come prototipo di sviluppo della variante MLU; il Tornado ha rivestito un ruolo importantissimo nella storia aziendale, per innovazione tecnologica e per la collaborazione europea che per la prima volta ha coinvolto più di due partner, per l’epoca novità assoluta.  

Il prototipo DA3 dell’Eurofighter

In ultimo un aeromobile che, seppur meno appariscente e meno accattivante degli altri velivoli esposti, possiamo considerare altrettanto pregevole: lo SKY-X. Si tratta di un velivolo a pilotaggio remoto, nato come dimostratore tecnologico e concepito esclusivamente per quel ruolo, che volò per la prima volta nel 2005; un dimostratore di capacità tecniche ed operative precursore dei tempi, tanto da avere una valenza concettuale e tecnologica anche per quella che si ritiene sarà l’aviazione militare negli anni 2040/2050, vale a dire l’impiego di sciami di aerei non pilotati che affiancheranno ed integreranno quelli tradizionali.
Sono inoltre esposti dei seggiolini eiettabili, con tanto di paracadute esteso, tuta di volo dei collaudatori dell’Azienda ed a breve la riproduzione di un cockpit interattivo di G222.  

Nella collezione manca un velivolo in rappresentanza dei decenni ’30-’40, epoca prolifica per tipologia e numero di aerei prodotti; poiché al momento non sarebbe comunque disponibile uno spazio espositivo si è pensato di sopperire alla lacuna con una rassegna di modellini di ottima fattura.

Alcuni modellini esposti nel Museo dell’Industria Aeronautica Leonardo a Torino Caselle sud

In sostanza il visitatore tocca con mano l’evoluzione dell’aviazione in oltre cento anni di storia, con una visione al futuro; nel farlo è accompagnato dai Seniores aziendali, persone uscite dalla fase lavorativa che si prestano su base volontaria alla gestione del museo, i quali hanno competenze appropriate per descrivere quanto esposto e rispondere alle consuete innumerevoli domande dei visitatori.

Così come l’opera del GAVS è indispensabile per il restauro dei velivoli altrettanto lo è quella del Gruppo Seniores aziendali per il mantenimento e la fruizione del museo, al quale è possibile accedere previa una semplice procedura: occorre scrivere una email a centrostorico.torino.ala.@Leonardo.com per richiedere il calendario delle aperture ed il modulo di adesione che deve essere restituito come da istruzioni in esso contenute.

Attualmente è programmata una apertura al mese, organizzata su vari turni accompagnati poiché si superano anche i 100 visitatori giornalieri. Il giorno della visita, espletate le procedure di ingresso, si accede all’interno dello stabilimento Divisione Velivoli Leonardo, in Strada Malanghero – Caselle Torinese. Per gli appassionati è possibile riprendere fotografie, inoltre sul piazzale antistante, di norma, viene esposto un velivolo dell’attuale produzione.
Una anteprima si può avere visionando il tour virtuale al seguente link: https://www.civiltadellemacchine.it/it/la-fondazione/musei-e-archivi/museo-dell-aeronautica

Altri equipaggiamenti particolarmente interessanti esposti a fianco dei velivoli: seggiolini e tute di volo

Il futuro.
Come detto lo spazio espositivo all’interno dello stabilimento di Caselle Sud è saturo e non è espandibile. Una possibilità per ampliare il museo potrebbe essere il suo inserimento all’interno del progetto della Città dell’Aerospazio, una iniziativa, già avviata nella fase di studio e progettazione, che intende riqualificare lo storico spazio industriale di Corso Francia-Corso Marche, grazie alla collaborazione fra Leonardo, il Politecnico di Torino e le aziende del Distretto Aerospaziale Piemontese.

La Città dell’Aerospazio sarà un sistema interconnesso nel quale opereranno i vari aspetti delle attività del settore: l’Accademia, la ricerca ed i laboratori, le start-up e le PMI, la Grande Impresa. La zona museale potrebbe essere collocata sul lato aeroporto, in modo tale da consentire l’esposizione di velivoli di maggiori dimensioni, quali il C27 e l’ATR-MP. Se il progetto esiste la sua realizzazione non è certa.

E’ doveroso ricordare che sul sito di Corso Francia, a partire dal 2017, si è lavorato alla creazione del Centro di Documentazione Storica Velivoli (che comprende Pomilio, Ansaldo, Fiat, Aeritalia, Alenia), consolidando e catalogando tutto il materiale dell’archivio storico, il quale è disponibile, ormai da circa tre anni, alla consultazione previo appuntamento.

Nota
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