ALLA RICERCA DEL FATTORE DI STRESS. MANOVRE TECNICHE DI VERRICELLO CON VINCOLO.

Il servizio di elisoccorso in Valle d’Aosta.
In Italia, nella quasi totalità delle basi, l’equipaggio di elisoccorso accomuna tre realtà completamente differenti fra di loro, tutte altamente specializzate e professionali: la componente aeronautica, quella medica e quella alpinistica. L’equipaggio standard dell’elicottero del soccorso in Valle d’Aosta è composto da pilota, tecnico verricellista (detto anche HHO – Helicopter Hoist Operator), due Tecnici di Elisoccorso (TE), un medico; nel caso di una ricerca in valanga prende parte all’equipaggio anche una unità cinofila, conduttore con il suo cane, unità che nel periodo invernale è sempre presente in base.
Da notare che è l’unica base HEMS in Italia ad adottare questa composizione di equipaggio; le altre basi di norma hanno un solo TE ma prevedono un infermiere che affianca il medico. La scelta particolare della Valle d’Aosta è dettata dalle condizioni ambientali nelle quali si opera, quote molto elevate e terreni estremamente ostili, ghiacciai, pareti di roccia verticali.

La base HEMS è ubicata sull’aeroporto di Aosta, quindi in posizione strategica al centro della Valle, dalla quale è possibile raggiungere in soli 15 minuti di volo anche i punti più periferici ed estremi della regione, cioè la vetta del Monte Bianco a ovest e la Capanna Margherita al Monte Rosa a est; ciò è possibile grazie alle eccelse prestazioni dell’elicottero utilizzato, un Leonardo AW139 operato dalla Società di lavoro aereo Airgreen, azienda piemontese che fornisce la componente aerea del servizio elisoccorso della Regione Valdostana sin dal 1994, ininterrottamente 365 giorni anno, dall’alba al tramonto; a partire dal settembre 2023 è iniziato l’addestramento per l’attività notturna con elicottero.

Una continuità di servizio che è garanzia di affidabilità ed efficienza, grazie anche alla conoscenza del territorio ed all’esperienza derivante dalle decine di migliaia di missioni di soccorso compiute in ventisei anni di attività.
Ovviamente Airgreen fornisce il personale aeronautico, piloti e tecnici verricellisti, i medici appartengono all’Azienda USL della Regione Valle d’Aosta, mentre i 40 Tecnici di Elisoccorso fanno parte del Soccorso Alpino Valdostano. Inoltre le Guide Alpine stanno acquisendo lo status di tecnici soccorritori a tutti gli effetti venemdo abilitati da USL, quindi riconosciuti a livello sanitario.

Il già citato elicottero AW139 è la macchina di riferimento per il soccorso, e lo è tanto più in ambienti e scenari estremi come quelli presenti in Valle d’Aosta. Velocità di crociera e di salita, carico utile, spazio a bordo, e non ultimo conformazione della cabina che rende più che agevoli e rapide le operazioni di imbarco e sbarco, nonché i verricellamenti. Posso affermare che nell’ambiente montuoso Valdostano, e non solo, sia la macchina ideale e senza uguali per il soccorso; ne sono testimoni gli oltre 1200 esemplari consegnati a clienti di tutto il mondo.

Quindi il servizio di elisoccorso, l’equipaggio e l’elicottero entrambi altamente performanti, sono la carta vincente per contrastare l’elemento negativo: lo scorrere inesorabile del tempo;
L’equipaggio è addestrato ed è abituato a reagire rapidamente alle richieste di soccorso. Per raggiungere e mantenere questa prontezza operativa necessita un continuo addestramento e formazione; vediamone gli aspetti specifici relativi all’argomento del presente articolo.

Le giornate formative e di valutazione.
Il responsabile del Soccorso Alpino Valdostano, Paolo Comune, spiega: “nel corso dell’anno i nostri 40 Tecnici di Elisoccorso qualificati devono obbligatoriamente partecipare a sei giornate di addestramento e valutazione. Ogni giornata è suddivisa in quattro sezioni ad ognuna delle quali partecipano 10 Tecnici. Quindi un totale di 24 giornate all’anno molto impegnative, tanto che nel caso in cui un TE non dovesse superare la valutazione, e non avesse più l’opportunità di ripetere la giornata, verrebbe sospeso dal servizio per un anno.

Da notare che alle giornate devono prendere parte anche tutti i medici, i piloti ed i verricellisti.
Queste esercitazioni sono condotte il più realisticamente possibile, mettono sotto stress tutto il sistema in modo tale da ottenere la massima integrazione fra tutti i componenti gli equipaggi, oltre ad arricchire il bagaglio di esperienze di ognuno di essi. In questo contesto uno dei fattori cardine risulta essere la comunicazione, sia fra i vari attori a terra ed in volo, sia verso la Centrale Unica del Soccorso. L’altitudine media degli interventi in Valle d’Aosta è attestata attorno ai 2500 metri, dato sufficiente per far comprendere il perché di un percorso di formazione e mantenimento così esigente.
Le sei giornate sono: impianti a fune, montagna autunnale, montagna estiva (roccia-crepacci-manovre tecniche di verricello), ghiaccio, canyoing, neve e valanga.

Manovre tecniche di verricello con vincolo.
Di norma lo scopo di una attività di addestramento è imparare ed assimilare una procedura standard che consente di portare a termine una determinata manovra senza incorrere in errori od intoppi.

Sebbene la storicità degli interventi effettuati dal Soccorso Alpino Valle d’Aosta parla di manovre portate a termine senza inconvenienti, grazie alle procedure affinate di volta in volta in tanti anni di servizio, ci si rende conto che nel pianificare un addestramento è più corretto ipotizzare anche la possibilità che sopravvenga una falla nello svolgimento di una attività, anche se ben conosciuta e sperimentata; ciò in considerazione del fatto che l’errore è un fattore umano e sono proprio gli automatismi che possono ingenerare momenti di difficoltà.

A fronte delle suddette considerazioni si è pensato di effettuare un addestramento che vada a mettere in crisi l’automatismo acquisito derivato dal fare una manovra sempre perfetta, mettendo i tecnici in difficoltà e facendo emergere eventuali criticità. Per far ciò è stata scelta una manovra molto delicata che comporta azioni e conseguenze sia per il soccorritore che per l’elicottero, vale a dire la manovra tecnica di verricello con vincolo (facente parte del modulo addestrativo estivo).

La suddetta manovra è utilizzata quando si deve soccorrere una persona in parete, eventualmente anche posizionata in barella. Quando il TE (Tecnico Elisoccorso del Soccorso Alpino) è pronto, vincolato in parete con la barella, chiama l’elicottero per il recupero dal quale l’HHO (Helicopter Hoist Operator, tecnico verricellista) fa scendere il gancio del verricello, ricevuto il quale il TE può agganciarsi previa autorizzazione del pilota; oppure, nel caso in cui il paziente sia stato preparato da altri tecnici del soccorso alpino ed è pronto per essere verricellato, il TE lo raggiunge rimanendo appeso al verricello e lo aggancia, sempre previa autorizzazione del pilota.

In entrambe le situazioni, in questa fase, l’elicottero è fisicamente vincolato alla parete per il tramite del soccorritore ed è il momento più delicato e potenzialmente pericoloso. Se tutto si svolge correttamente il TE effettua lo svincolo e comunica all’equipaggio dell’elicottero il “libero da vincoli, metti in tiro” e  lui ed il paziente vengono recuperati.

Se nel corso della manovra l’elicottero non è più in condizioni di mantenere il punto in hovering, ad esempio per una avaria, e deve lasciare immediatamente la scena, vi sono due possibili azioni da attuare:
– se il TE e la barella sono vincolati in parete ed anche al gancio del verricello lo specialista HHO può tagliare il cavo del verricello liberando l’elicottero; il TE e la barella sono assicurati alla parete.
– nel caso in cui il TE venga calato con il verricello ed abbia raggiunto il paziente ma non si è ancora vincolato ad esso il pilota può fare la manovra di scampo con il TE appeso al gancio ed il paziente rimane in parete.

Ed è proprio nella fase critica della manovra verricello con vincolo, elicottero vincolato alla parete, che si è voluto creare un imprevisto, dovuto alla manovra dei tecnici in parete e non all’elicottero, che interrompesse la fluidità della manovra abortendola; si è quindi simulato la presenza di una longe ancora attaccata e non vista, piuttosto che un nodo nella corda, fattori che obbligano il TE a comunicare al pilota un “no, negativo”, il che significa fare un passo indietro nella procedura, rivincolare la barella con asola e contro asola, liberare il gancio del verricello e comunicare al pilota il “libero, vai via”.

Una situazione di questo tipo rompe gli schemi abituali, sia per i TE che per l’equipaggio di condotta dell’elicottero, ed è altamente formativo. In tutto ciò le comunicazioni radio sono fondamentali per tutti e tre gli specialisti: TE HHO e pilota.
Da notare che capita di dover fare una comunicazione gestuale, la quale però è efficace fino a quando si è a 20/30 metri di estensione di cavo; oltre la gestualità diventa meno visibile, e tanto meno da parte del pilota.

La comunicazione radio è quindi la norma, diventando assolutamente indispensabile in verricellate lunghe e tanto più in situazioni estreme, come nel caso di un recente soccorso (estate 2023, in Valsoera in Piemonte) quando sono stati soccorsi degli alpinisti incastrati in parete utilizzando un tiro di corda di ben 185 metri ! (con 100 metri di corda aggiunti al cavo del verricello).

Parlare la stessa lingua.
Poiché si tratta di situazioni e manovre complesse, e seppure la manovra sia squisitamente tecnica, anche i medici partecipano all’attività provandola in prima persona, questo per dare loro la conoscenza di cosa avviene in una simile eventualità. Il tutto nell’ottica del lavoro di squadra, un team nel quale tutti siano in grado di capire gli eventi e di controllarsi a vicenda, a beneficio della sicurezza di tutti.
Il valore aggiunto degli addestramenti è dato dal rendere coese tre realtà molto differenti fra di loro e cioè la componente aeronautica, quella medica e quella del soccorso tecnico; tre realtà che addestrandosi assieme imparano “a parlare la stessa lingua”.

Nota
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