IL SERVIZIO DI ELISOCCORSO DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA

IL LAVORO IN TEAM DEL 118, AVINCIS e SAER.


Partecipare ad una giornata di addestramento del personale in forza al servizio di elisoccorso della Regione Emilia Romagna, in occasione delle giornate di mantenimento semestrale invernale 2025 per i Tecnici Elisoccorso – Medici – Infermieri, consente di apprendere ed apprezzare svariate peculiarità che caratterizzano l’elisoccorso della suddetta regione; procediamo a scoprirle una ad una, non senza un breve preambolo.

In Italia ogni singola Regione ha il compito e l’onere, ma non l’obbligo, di istituire il proprio servizio di elisoccorso; è evidente come le caratteristiche peculiari di ogni singola Regione – in termini di dimensioni, tipologia di territorio, densità abitativa, attività umane (industria, agricoltura, turismo), disponibilità economiche – influenzino le scelte organizzative: numero di basi, loro collocazione, tipologia di elicottero, equipaggi ed equipaggiamenti, operatività.

Posso affermare che la Regione Emilia Romagna ha organizzato e gestisce il proprio servizio di elisoccorso in modo attento e virtuoso; l’organizzazione di ognuna delle sue quattro basi elisoccorso è “tagliata su misura” per la rispettiva porzione di territorio in cui opera nell’intento di offrire un servizio adeguato e sostenibile. Sebbene il modello di elicottero in uso sia lo stesso, l’Airbus H145D3, equipaggi ed equipaggiamenti, nonché l’operatività, differiscono da base a base; la sinergia fra di esse consente la copertura ottimale di un territorio vasto e variegato, che presenta molteplici scenari operativi essendo al 50% pianeggiante, ivi compresa la fascia costiera, mentre l’altra metà è collinare e montuosa.

Immagini in sequenza della movimentazione a terra, posizionamento e gestualità per la verricellata ed esecuzione della stessa in modalità recupero di due persone; il tutto sotto l’occhio attento dell’istruttore e dell’ HHO, nonchè del pilota, il quale può osservare l’azione su un monitor del cockpit grazie alla telecamera in dotazione all’elicottero.

Dal punto di vista storico occorre menzionare che il servizio elisoccorso della Regione Emilia Romagna nacque nel 1986 con base presso l’Ospedale Maggiore di Bologna dopo la sperimentazione dell’”Elimedica” a Ravenna. Successivamente l’attivazione della base di Ravenna nel 1987 e l’anno successivo quella di Parma. Ultima nata la base di Pavullo nel Frignano nell’anno 2000 e che festeggia quest’anno il 25° anniversario della sua nascita.

La componente aeronautica.
Dal punto di vista aeronautico il servizio è affidato alla società Avincis, uno dei principali operatori mondiali di servizi aerei di emergenza, nonchè il più grande in Europa. Dalla sede centrale a Lisbona, in Portogallo, l’azienda supervisiona le attività del gruppo di Manutenzione, Riparazione e Ristrutturazione (MRO), nonché le operazioni globali, per le quali dispone di una flotta di 180 elicotteri e 40 aerei e si avvale di un team di oltre 2400 professionisti, con i quali opera da oltre 180 basi in Spagna, Portogallo, Italia, Norvegia, Svezia, Finlandia, Mozambico e Cile.

In Italia Avincis è il principale fornitore di servizi aerei di emergenza, così come più specificatamente lo è nel settore elisoccorso gestendo 36 basi elisoccorso (delle 55 presenti sul territorio nazionale), utilizzando una flotta di 46 elicotteri – Leonardo AW139/AW169/A109S e Airbus H145/EC145 – che sviluppano una media di 20.000 ore di volo all’anno, circa 22.000 missioni e 20.000 persone soccorse.

Il logo della società AVINCIS e il modello di elicottero utilizzato dal Servizio di Elisoccorso della Regione Emilia Romagna, l’ Airbus H145.D3, ultima versione della ben nota macchina franco-tedesca.

La componente sanitaria.
La Regione dispone di tre Centrali Operative 118 dalle quali dipendono i rispettivi elicotteri:
– la C.O. Emilia Ovest ha sede a Parma ed opera per le province di Parma, Piacenza e Reggio Emilia; l’elicottero è basato presso l’Ospedale Maggiore della città.
– la C.O. Emilia Est ha sede a Bologna ed opera per le province di Bologna, Modena, Ferrara; dispone di un elicottero presso l’Ospedale Maggiore di Bologna ed una seconda macchina sull’aeroporto di Pavullo nel Frignano. Da menzionare il fatto che è stata la prima centrale operativa 118 in Italia.
– la C.O. Romagna ha sede a Ravenna ed opera per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini; dispone di un elicottero basato presso l’Ospedale Santa Maria delle Croci di Ravenna.

La Dott.ssa Marzia Baldazzi, Referente Medico Elisoccorso di Bologna e di Pavullo, precisa come “ogni Centrale Operativa è indipendente e gestisce il proprio elicottero; ciò non toglie che per interventi su zone di confine, o con elicottero già impegnato, le tre Centrali comunichino fra di loro gestendo al meglio la disponibilità delle macchine sul territorio regionale; inoltre vige una fattiva collaborazione con le Regioni limitrofe per un similare reciproco supporto in aree confinanti.
A partire dal mese di febbraio 2025 è stata attivata una CUR Centrale Unica Regionale 112, che è in fase di implementazione e che risponde al numero unico per tutta la regione; è stata mantenuta la duplicità dei numeri e delle Centrali per garantire un passaggio graduale, poiché il 118 è un sistema ad altissimo livello in termini di tecnologia, geolocalizzazione, integrazione dati con il cellulare.

Da sinistra a destra il logo del Servizio 118 Emilia Romagna, della Base Elisoccorso ubicata a Pavullo nel Frignano, del Soccorso Alpino e Speleologico Emilia Romagna che opera presso le basi di Ravenna e Pavullo.

Il personale e le quattro basi elisoccorso.
Per tutte le basi il personale aeronautico è ovviamente competenza della società Avincis, siano essi piloti e personale tecnico HHO/TCM.
I medici devono possedere una specializzazione in anestesia-rianimazione o medicina d’urgenza, gli infermieri devono avere una derivazione di area critica e centrale operativa.
La Regione ha una convenzione con il SAER -Soccorso Alpino Emilia Romagna- che si occupa della formazione dei TE -tecnico di elisoccorso- e del loro avvicendamento con gli equipaggi Hems delle basi di Pavullo e Ravenna. Da notare che a seguito delle emergenze alluvionali che hanno colpito la Romagna tutti i TE hanno ricevuto anche una formazione per il soccorso fluviale.

Base HEMS Parma. Operatività alba/tramonto, con un solo equipaggio nei mesi invernali, con due equipaggi nei mesi estivi quando si superano le 12 ore di servizio. L’equipaggio prevede il Comandante, un HCM che è personale infermieristico della Ausl ed è qualificato per la valutazione aeronautica e collabora con il pilota durante la missione (quindi un Hems crew member a tutti gli effetti), medico ed infermiere.

Base HEMS-HSR Pavullo. Operativa dalle ore 8.00 per un massimo di 12 ore nel periodo estivo, per le ore di luce nel periodo invernale. L’elicottero è dotato di verricello. L’equipaggio è costituito dal Comandante, l’HHO (Helicopter Hoist Operator) il TE Tecnico Elisoccorso (appartenente al Soccorso Alpino Emilia Romagna), medico ed infermiere.
Essendo l’elicottero dotato di verricello, ed ubicato nell’Appennino, la base opera su tutto il settore montuoso delle province di Bologna, Modena, Reggio Emilia, Parma, Piacenza.

Due momenti dei briefing pre-attività tenutisi nell’hangar della base EliPavullo: a sinistra la spiegazione dell’utilizzo della vela anti-rotazione applicata alla barella verricellabile, a destra l’operatore del verricello HHO e gli istruttori del Soccorso Alpino mostrano i corretti movimenti per effettuare la verricellata in sicurezza. Solo due delle molte situazioni esaminate nel corso dei briefing.

Base HEMS-NVG Bologna. Operativa H24, ciò prevede la compatibilità dell’elicottero ad operare con i visori notturni, inoltre è equipaggiato con faro Trakka. Il servizio notturno copre tutta la regione; pur potendo atterrare quasi ovunque le piazzole certificate sul territorio rimangono un punto di riferimento, ad esempio quale aree illuminate e protette per il rendez-vouz con le ambulanze.
Anche per gli interventi notturni l’ospedale di destinazione è definito in base alla competenza territoriale e per tipologia di paziente, unica differenza rispetto all’attività diurna è che non tutti gli ospedali dispongono di piazzole notturne.
L’equipaggio è multicrew sia di giorno che di notte, questo sebbene la normativa prevede il multicrew solo di notte, ed è quindi così composto: Comandante, primo ufficiale, TCM (Technical Crew Member), medico ed infermiere.

Base HEMS-HSR Ravenna. Operatività alba/tramonto, con un solo equipaggio nei mesi invernali, con due equipaggi nei mesi estivi quando si superano le 12 ore di servizio. L’elicottero è dotato di verricello. L’equipaggio è costituito dal Comandante, l’HHO (Helicopter Hoist Operator) il TE Tecnico Elisoccorso (appartenente al Soccorso Alpino Emilia Romagna), medico ed infermiere.
Da notare che il verricello viene utilizzato per gli interventi su spiaggia oltre che per quelli sulla fascia montuosa nell’area di competenza; zona, quest’ultima, che include anche la Repubblica di San Marino, Stato con il quale vige una convenzione di assistenza per tutti i casi in termini sanitari che la piccola Repubblica non riesce a garantire in autonomia ai suoi cittadini, quali ad esempio trauma-center, emodinamica, patologie tempo dipendenti, pazienti pediatrici.

Anche le operazioni e la movimentazione a terra, con rotore in moto, sono oggetto di particolare attenzione da parte di tutto il personale: ad esempio come e dove posizionarsi in attesa dell’imbarco/verricellata, come avvinarsi ed allontanarsi dall’elicottero, come gestire e movimentare equipaggiamenti personali, barelle ed altri strumenti.

In addestramento.
Dalla descrizione delle quattro basi elisoccorso si evince come ognuna di esse abbia delle peculiarità che sono diretta conseguenza del territorio in cui operano e della operatività richiesta, con uno sguardo attento ad una gestione anche dal punto di vista economico.
Solo due di esse, Pavullo e Ravenna, dispongono di elicottero equipaggiato con verricello, ciò determina la necessità per il personale ad esse destinato, medici-infermieri-TE, di effettuare ogni sei mesi specifica attività di addestramento per ricertificare l’abilitazione alle operazioni speciali, vale a dire allo sbarco dall’elicottero in hovering, sbarco ed imbarco con verricello, recupero con verricello di barella e con triangolo di evacuazione.

La sessione di addestramento semestrale invernale 2025 si è svolta a fine marzo presso la base di Pavullo, ubicata sull’omonimo aeroporto, sede più che adeguata essendo nel cuore dell’Appennino, a quota 628 mslm ed in prossimità di località montuose famose come il Monte Cimone.
A tal proposito il Comandante pilota Gianluca Bulgarelli spiega come “rispetto alle altre basi qui si fa molta attività di addestramento in favore dei TE, medici ed infermieri. Di contro anche noi piloti siamo tenuti ad effettuare ogni sei mesi attività di addestramento al simulatore per essere operativi su quelle manovre che non si fanno di consueto, ad esempio il volo strumentale così come le emergenze. La zona Appenninica sulla quale voliamo non presenta quote troppo elevate, di contro essendo lo spartiacque fra i mari Tirreno ed Adriatico una costante sono i venti, con poderose raffiche ed intense correnti discendenti. Normalmente andiamo in volo con una ora abbondante di autonomia, più mezz’ora di riserva; poichè l’area assegnataci è molto vasta, copriamo tratte anche di 40 minuti, quindi non è raro fare sosta per rifornimento od imbarcare più carburante al decollo.”

Dati statistici degli anni 2023 e 2024 delle Basi Elisoccorso di Bologna e Pavullo

L’addestramento semestrale è impegnativo e prevede, oltre alle già citate operazioni speciali, anche la movimentazione su terreno ostile, che può essere tanto una cresta ghiacciata piuttosto che parete di roccia.

La sicurezza in ogni tipo di attività, tanto con l’elicottero quanto al suolo, è fattore imprescindibile ed oggetto di briefing dettagliati. Oltre alla ricertificazione di attività conosciute le semestrali offrono l’occasione per introdurre nuovi strumenti od equipaggiamenti, così come modifiche alle procedure che sono in continuo aggiornamento, tanto nell’ottemperare alle normative quanto a seguito di eventi e criticità che emergono lavorando, quindi frutto di esperienze “sul campo” acquisite non solo localmente ma con una più ampia visione, ciò grazie anche alla enorme esperienza di Avincis che deriva dalla gestione della sua imponente flotta di elicotteri dedicati al soccorso/emergenza.

Sequenza del recupero con verricello della barella equipaggiata con la vela anti-rotazione, accompagnata e gestita dal medico

Di seguito i dati statistici sulle manovre SAR di EliPavullo a cura di Katia Marzani, Coordinatrice Tecnica del Soccorso Alpino degli Elisoccorsi di Pavullo e Ravenna:
Anno 2023 – Hovering 31
– Verricello equipaggio 45
– Verricello paziente (barella+pannolone) 41
Anno 2024 – Hovering 47
– Verricello equipaggio 59
– Verricello paziente (barella+pannolone) 45

Innovazione che non è mancata neppure in questa semestrale; inoltre gli istruttori della Scuola Nazionale per Tecnici del Soccorso Alpino hanno dedicato ampio spazio alla spiegazione del corretto utilizzo di un sistema innovativo, prodotto dalla ditta Kong, per il controllo anti-rotazione della barella nella fase di recupero al verricello; si tratta di una vela da fissare sulla barella verricellabile composta da un telo fornito di sistemi di aggancio e sospendita, denominato Everest, che è utilizzabile con tavola spinale o materassino a depressione.
La vela è molto reattiva al flusso d’aria del rotore tanto che una delicata gestione manuale dell’inclinazione consente non solo di evitare la rotazione della barella durante il recupero ma anche di muoverla in avanti o indietro quel tanto che si renda necessario nel corso delle operazioni, rendendo superfluo l’uso del tradizionale cordino anti-rotazione.

Sequenza delle fasi finali della recupero del medico e della barella; è possibile apprezzare la gestualità dell’HHO e del medico nel gestire la corretta introduzione in cabina della barella.

Concludendo riporto una considerazione del Comandante pilota Andrea Pertegato, rivolta al personale in addestramento, che ben sintetizza lo spirito con il quale ci si deve approcciare al tipo di attività descritta: “talvolta accettare i cambianti è difficile, anche per piccoli dettagli; è abbastanza diffuso pensare che si è sempre fatto così e quindi non c’è motivo di cambiare o modificare le abitudini. Tutto ciò è errato, occorre considerare che ogni cambiamento o innovazione è frutto di studi e valutazioni da parte di un team di specialisti; modifica che può essere conseguenza, e la fattiva risposta, ad eventi accaduti realmente che hanno generato situazioni critiche se non dannose. Ogni azione è intrapresa con il fine ultimo di accrescere la sicurezza delle operazioni, per la salvaguardia nostra, di chi opera con noi e delle persone trasportate.”
D’altro canto la sicurezza è un obiettivo ricercato da sempre in aviazione; a tal proposito cito una scritta risalente agli anni 30/40 del secolo scorso, che campeggiava su una parete di uno stabilimento aeronautico ora in disuso, che recitava pressapoco così: in aeronautica la superficialità è un crimine.

DI SEGUITO LE ALTRE IMMAGINI DELLA GALLERIA FOTOGRAFICA REALIZZATA IL GIORNO DELL’ADDESTRAMENTO DESCRITTO NELL’ARTICOLO

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Attimi della intensa giornata di addestramento sull’aeroporto di Pavullo nel Frignano, in hangar, su piazzola, in volo

Tre attimi della verricellata per il recupero di medico e barella

Vari momenti della “vita” a bordo per il personale sanitario, del soccorso alpino e dell’equipaggio dell’Airbus H145.D3

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